Dai saperi ancora frammentari al sapere unitario

« E la psicoanalisi svelando l'unitarietà di tutti gli ambiti dello scibile, è arrivata alla visione unitaria dell'essere »

(Silvia Montefoschi, "L'ultimo tratto di percorso del Pensiero Uno - Escursione nella filosofia del XX secolo", 2006)

domenica 18 novembre 2012

Perchè non può esistere una "nuova" psicoanalisi?


Sommario: la psicoanalisi è morta ed è morta perchè è terminata.

La psicoanalisi è morta ed è morta proprio nel momento in cui l'attuazione dell'attidudine psicoanalitica ossia riflessiva che fa perno sulla funzione simbolica, si è riconosciuta non come momento terapeutico soltanto e neanche solo come momento conoscitivo ancora separato dalla vita concreta e reale ma si è riconosciuta nella vita stessa anzi come la vita vera.

In psicoanalisi, almeno da Jung in poi ma già in Freud sia pure in un senso ancora troppo concretistico,  ha comunque fatto da padrona il concetto fondante il metodo psicoanalitico di "coniunctio", concetto senza il quale la psicoanalisi non sarebbe affatto la psicoanalisi ma la coniunctio fondamentale, il suo senso più profondo è attinente proprio alla "coniunctio" tra "l'albero della conoscenza" e "l'albero della vita" dove il concetto di "albero" pur rimembrando reminiscenze della mitologia biblica rimanda anche e soprattutto alla genealogia cognitiva-biologica che la teoria evoluzionistica da Lamarck e Darwin in poi ci ha reso edotti.
Nel giugno 1987, con la pubblicazione di "Il principio cosmico -Storia della preistoria del Verbo" e il sincronistico evento della coniiunctio tra la psicoanalistica Silvia Montefoschi e l'evangelista Giovanni che nel costituirsi come i due momenti processuali di un'unica persona morendo alla loro vecchia identità ancora individuale e particolare di psicoanalista ed evangelista traformandosi nel prototipo della nuova umanità dell'avvenire, in quel momento la psicoanalisi è finita ed è terminata una volta per tutte: adesso sappiamo, adesso sappiamo tutto quello che c'è da sapere e che era necessario sapere, vale a dire "la legge del processo individuativo universale" che è la legge del tabù universale dell'incesto simbolico con i suoi due articoli di legge: l'articolo del "si" e l'articolo del "no".
Grazie a Freud in primis e poi a Jung in particolare per finire a Silvia Montefoschi, adesso sappiamo, adesso non possiamo più dire di non sapere.
E la psicoanalisi nel divenire la vita stessa cessa di essere la psicoanalisi come momento separato della vita quotidiana altro dalla vita quotidiana.
Certo possiamo chiamare la nuova vita psicoanalitica se vogliamo anche "nuova psicoanalisi" ma si fa prima e si è anche più chiari, escludendo ogni possibile equivoco fin dall'inizio, a dire semplicemente: la psicoanalisi cioè la vita.



"Qui finisce
la storia della psicoanalisi
avendo il pensiero
pensandosi in essa
portato a compimento
il progetto iniziale
che era quello
di nascere
come forma reale
concretamente esistente
non più altro dall'essere
come il finito
lo è dall'infinito
ma come l'essere stesso
che
infinitamente è
in sé e per sè."
(Silvia Montefoschi, "Storia dell'ultimo brano della storia universale: la psicoanalisi", 1996, citaz. pag.304)




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